Non voterò per “Fare per Fermare il Declino” di Oscar Giannino.
Non lo voterò perché già il nome mi mette ansia, mi sembra di essere la biglia sul famoso piano inclinato, e l’idea che sia Oscar Giannino a dovermi fermare mi fa un po’ timore. D’altronde il nome riflette l’obiettivo del fondatore: fare leva sulla paura.
Non voterò mai nessuno che scavi nei bassi istinti del mio intestino, che mi si proponga come unica medicina per combattere un male incurabile.
Non voterò per chi propone come soluzione al debito pubblico la vendita dei beni dello stato.
Non voterò per chi propone di tagliare ulteriormente le spese per la sanità e per l’istruzione, seguendo le orme di un modello che in altri paesi ha provocato disastri sociali incalcolabili.
Non voterò per chi vuole introdurre la deregolamentazione totale del mercato del lavoro, delle imprese, dei capitali: il turbocapitalismo è stato già provato, e ha prodotto i guai in cui ci troviamo ora.
Ma soprattutto non voterò chi da tre anni, dai microfoni di una delle emittenti radiofoniche più seguite, dietro l’apparentemente indipendente mestiere di giornalista, diffonde paura, pessimismo, incertezza, scoraggiamento, per poi cercare di raccoglierne i frutti in campagna elettorale.
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