Trama del Film
Ragazzi, questo film inizia alla grandissima!
Pensate, in un futuro prossimo una spedizione terrestre è su Marte per conoscere meglio il pianeta più vicino a noi, quando una tempesta improvvisa costringe i nostri ad una frenetica ritirata, lasciando sul campo il povero Matt Damon creduto morto ma che invece riesce a sopravvivere nonostante un’asta d’acciaio gli abbia trapassato tuta, maglioncino di cachemire, maglietta della salute e perizoma.
Dice: ma che è un film de fantascienza? Sì, stavolta sì quindi non rompete le palle.
Insomma il nostro eroe si salva per una botta de c…per un caso fortuito, e riesce a malapena a sigillarsi nella base spaziale, senza cibo e senza possibilità di comunicare.
A questo punto gli spettatori cominciano ad intonare in coro il riff del “Gladiatore” fregandosi le mani: minchia raga che filmone che ci aspetta!
Ed effettivamente i primi minuti sono densi di avvenimenti, mentre il nostro eroe impara a coltivare le patate senza terra e senza acqua (pare che la merda di astronauta sia miracolosa, voglio provare a vedere se mi fa ricrescere i capelli), ripara i sistemi di comunicazione, insomma si prepara a passare in santa pace quei due o tre anni che gli mancano prima che qualcuno lo venga a recuperare.
Ora, vedete, Marte è un’immensa distesa rossa: sabbia rossa, rocce rosse, montagne rosse, alberi rossi, oceani rossi…va bene ok alberi e oceani non ci stanno, ma ci siamo capiti.
E’ un posto freddissimo, dove non c’è nessuno.
Insomma, un astronauta che debba passare un paio d’anni da solo su Marte, inevitabilmente finisce per rompersi le palle, quindi il pubblico rimane in trepida attesa perché, vedrai, adesso c’è il colpo di scena.
Invece no.
Lui continua a mangiare le sue patate e a guidare il suo rover.
Dopo cento giorni la speranza di vedere Alien comincia a diventare concreta.
Dopo duecento giorni qualcuno comincia a sussurrare qualcosa riguardo a John Carpenter e “Fantasmi su Marte”, notoriamente il più brutto film mai girato dai tempi dei fratelli Lumiere.
Dopo trecento giorni tutto il pubblico concorda che “la corazzata Potemkin è una cagata pazzesca”
Al cinquecentesimo giorno senza che succeda nulla la rivolta è completa, al grido di “Oronzo Canà uno di noi!”
Come finisce il film non lo possiamo dire, eravamo intenti a distruggere le poltrone e a incendiare lo schermo.
Giudizio della Critica
Di tutti i documentari marchettari della Nasa sinceramente ci piaceva di più la serie con Morgan Freeman in onda su Discovery Channel: era più varia, e lui decisamente più simpatico.
Per il resto, uno dei pochi film in cui si vede patata dall’inizio alla fine ma non ti fa nessun effetto.
Ridley, dai retta a me: a Brighton c’è un bel residence vista mare, ma chi te lo fa fa’ de continua’ a fa’ ‘ste brutte figure?